Meditazione

L’Attenzione alla Comunicazione

statua di buddha seduto posta sotto albero

Riporto qui alcuni passi di grande bellezza sulla pratica della consapevolezza nella relazione tratti da un discorso di Corrado Pensa tenuto all’A.Me.Co. durante un corso di tanti anni fa. 

L’ascolto

Quando ti trovi con qualcuno, ascolta attentamente ciò che dice. Se sta parlando con te sta facendo la cosa più importante.
Poni la stessa concentrazione e consapevolezza che usi quando ascolti il respiro: consapevolezza delle parole che stanno arrivando alle tue orecchie.
Ascolta senza porre fra te e lui dei pregiudizi.
Ascolta senza giudicare quello che dice, come lo dice, perché lo dice, quando lo dice.
Mentre il tuo interlocutore parla cerca di percepire consapevolmente le sensazioni che il dialogo fa nascere dentro di te.
Osserva la tua postura, osserva le reazioni al livello della mente, dello stomaco, del cuore, delle mani, delle gambe, dei piedi.
Non giudicare le sensazioni e le reazioni che nascono: osservale con gentilezza consapevole, e lasciale andare.

La parola

Ascolta quello che dici.
Se può sembrare difficile all’inizio parlare e ascoltarsi, fallo in tempo differito: parla e alla fine ripensa a quello che hai detto, come lo hai detto, quali sensazioni sono sorte dalla tua risposta, sia in te che nell’interlocutore.
Osservale semplicemente con gentilezza, senza giudicare, né te stesso né il tuo interlocutore.
Il silenzio è d’oro, la parola d’argento.(…)
Rompi il silenzio solo se devi dire una cosa più importante del silenzio.
Se è vero che la meditazione in silenzio ci fa vivere l’esperienza nella nostra solitudine, è altrettanto vero che la meditazione della parola ci fa vivere l’esperienza del nostro rapporto con gli altri.
Porre l’attenzione al respiro quando siamo nel silenzio della meditazione formale ha una corrispondenza con il porre l’attenzione alla parola quando siamo in dialogo con altri, utilizzando la meditazione in azione.
La parola è potente: tramite ciò che diciamo, come lo diciamo, il perché lo diciamo e quando lo diciamo, trasmettiamo sensazioni, emozioni al nostro interlocutore.(…)
La parola, in mezzo alla quale viviamo, quella ascoltata, quella detta, quella degli altri e la nostra, quella dei mezzi di comunicazione, ha un potere che non percepiamo in quanto abituati a viverci dentro.(…)
A volte quando facciamo un certo numero di giorni di ritiro silenzioso e poi ricominciamo a parlare ci rendiamo conto dell’energia che è connessa alla parola.
Parlare all’improvviso, di seguito per qualche tempo, dopo vari giorni di silenzio può disorientarci, procurarci un mal di testa.
La parola ha molto a che fare con la mente. Esprime la mente.(…)
I tibetani dicono: ”Quando sei solo guarda la tua mente, quando sei con gli altri guarda la tua parola”.
Guardare è comprendere, non controllare. (…)
Può darsi che ci sentiamo a disagio o in agio con il nostro corpo: lo stesso succede con la parola in modo più o meno avvertito, conscio.
In entrambi i casi il passo fondamentale è l’accettazione.(…)
Osservare la parola significa “non giudicarla”.

Tratto da Corrado Pensa, “L’attenzione alla comunicazione”, Introduzione alla pratica del Dharma, le dispense dell’A.Me.Co n° 1.

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